Da Seattle la Great American Apparel Diet, una nuova sfida agli acquisti inutili. Leggi tutto
Quante volte, mentre si sistema l’armadio o qualche cassetto disordinato, si scovano accessori o dettagli d’abbigliamento praticamente nuovi. Magliette con ancora il cartellino, jeans indossati una volta, mutande e calze chiuse ancora nelle confezioni: possibile che ci siamo dimenticati dell’esistenza di quelle cose che, quando le avevamo viste in negozio, erano così stupende ed imperdibili?
Scommetto che a tutti è successa una scena del genere. Tranquillizzatevi: è normale. Non siete pazze o smemorate. Pensate, capita anche alle star: da Lindsay Lohan, che ha il salotto di casa pieno di buste con abiti e scarpe mai indossati da cui non riesce a separarsi, a Eva Longoria, star di “Casalinghe Disperate”, che ha sborsato 1,5 milioni di dollari per il suo matrimonio per gadget costosi per gli ospiti. In arrivo da Seattle la svolta: parte il movimento per curare l’accumulo-dipendenza. La parola d’ordine: vietato comperare nuovi vestiti per almeno un anno.
La sfida all’acquisto e all’accumulo indiscriminato di vestiti – ribattezzata Great American Apparel Diet – è partita lo scorso settembre e tutte le persone tra i 19 e 60 anni, uomini e donne, possono prendervi parte, entro il 2 settembre 2010. La promotrice? Una donna, Sally Bjornsen, che si è definita “malata” quando, pur lavorando da casa, continuava ad acquistare tailleur da ufficio. Da lì ha detto stop, e ha capito che spesso e volentieri quello che “spinge” ad un acquisto, non è una reale esigenza, bensì il consumismo, o una sorta di abitudine. Così è partito il Great American Apparel Diet, ovvero il distacco da questa abitudine dispendiosa e inutile. Ad avviarlo la stessa Sally insieme a sorelle e amiche: in pochissimo tempo è nato un fenomeno web, con migliaia di adesioni da tutto il mondo (visita il sito>>).
Cosa ne pensi? Ti capita di acquistare cose che non usi? Ce la faresti a non acquisatre abbigliamento per un anno?
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